Buon compleanno Rabbie! Domani in ogni parte del mondo gli scozzesi alzeranno un bicchiere di whisky in onore di Robert Burns, il poeta nazionale. Il 25 gennaio, infatti ricorre l’anniversario della nascita di “Rabbie”, come è familiarmente chiamato, una delle feste più sentite a nord del Vallo di Adriano, tradizionalmente celebrata con una cena in suo onore: la Burns Supper.

Che, ovviamente, è diffusissima in Scozia, ma non solo. Gli scozzesi, infatti, hanno portato le proprie usanze in tutti i Paesi nei quali sono emigrati e nel mondo sono tantissimi gli amanti di una nazione e una cultura antichissime affascinanti. E se anche quest’anno non possono celebrare assieme si stanno già organizzando con una lunga serie di eventi online.

E in Italia?

Anche in Italia, sono sempre più diffusi gruppi di danza (la Northern Italy Branch della Royal scottish country dance society ha sede nel Vicentino), associazioni culturali, siti dedicati alla Scozia, pipe band e – di conseguenza – eventi.

Burns supper
Orobian Pipe Band

Negli ultimi anni, quindi, ho avuto la fortuna di partecipare a diverse Burns Supper, tra Bergamo e Como, sia come ballerina con il mio gruppo Scotia Shores, che per godermi i piatti tradizionali, i whisky di Oro di Scozia, le cornamuse dell’Orobian Pipe Band e la compagnia di tanti amici. Quest’anno, nemmeno noi potremo trovarci, ma a tenerci compagnia ci sarà l’evento preparato dalle vulcaniche amministratrici di Scozia nel Cuore. Ma visto che festeggiamo il suo compleanno…

Chi era Robert Burns?

Il più famoso poeta di sempre in lingua scots. Più che un semplice scrittore, un simbolo nazionale per qualsiasi scozzese. Nato nel 1759 ad Alloway, nel sud ovest della Scozia, da una famiglia contadina. Il padre fece istruire i figli, perché imparassero a leggere e scrivere e presto al lavoro dei campi – che comunque segnò la sua vita e la sua poetica – preferì le lettere.

Burns supper
Robert Burns ritratto da Alexander Nasmyth

A 27 anni il successo della prima raccolta di poesie,  Poems, Chiefly in the Scottish dialect, gli consentì di non emigrare nelle Americhe. Si trasferì invece a Edimburgo, dove fu accolto e acclamato dall’élite, che aveva apprezzato i suoi versi. Nella sua carriera, oltre a scrivere più di 600 componimenti, raccolte canzoni tradizionali, spesso adattando il testo. Le sue tematiche vanno dalla semplice vita nei campi, come To a mouse (A un topo) alle poesie satiriche e amorose, fino al poema fantastico-leggendario Tam o’ Shanter. E a quelle dedicate alla sua amata Scozia, come My Heart’s in the Highlands, declamata e cantata fino ai giorni nostri, come nella splendida versione dei Barra MacNeils qui sotto.

Morì di una malattia cardiaca a soli 37 anni, il giorno dopo la nascita del suo dodicesimo figlio e tale era la sua fama che al funerale parteciparono 10.000 persone. Cinque anni dopo, il 25 gennaio 1801, i suoi amici decisero di ricordarlo con la prima Burns Supper, che presto si diffuse ed è arrivata fino ad oggi.

Cos’è, allora, la Burns Supper?

Si tratta, appunto, di una cena, più o meno formale, che celebra il compleanno di Burns con piatti della tradizione scozzese, ma anche una serie di rituali.

Protagonista indiscusso, da un punto di vista culinario, è l’Haggis, forse il piatto scozzese per eccellenza. Si tratta di un insaccato prodotto mescolando interiora di pecora (fegato, cuore e polmone) con grasso di rognone, farina d’avena, cipolla, sale, spezie e brodo. Con questo impasto, poi, secondo la tradizione si riempie lo stomaco dell’animale e il tutto viene cotto per tre ore. Un piatto – va detto – che spaventa molti stranieri, ma che una volta superate le perplessità e assaggiato, molto spesso viene amato (io lo adoro!). Insomma, se non l’avete mai provato e vi capita l’occasione, non lasciatevela sfuggire e dategli una possibilità.

Haggis, neeps and tatties

Selkirk Grace

Solitamente ad aprire la Burns supper sono le cornamuse, poi, quando le persone sono sedute, il padrone di casa saluta i commensali e recita la Selkirk Grace, una preghiera dallo stesso Burns durante una cena, appunto, a Selkirk.

Scots

Some hae meat and canna eat,
And some wad eat that want it,
But we hae meat and we can eat,Sae let the Lord be Thankit!

Italiano

Alcuni hanno carne e non possono mangiare
Altri la vogliono e non possono mangiarla
Ma noi l’abbiamo e possiamo mangiare
Sia ringraziato il Signore!

La cena di solito inizia con una zuppa tipica, che può essere lo scotch broth, a base di orzo, pezzi di carne (agnello, pecora o manzo), radici (rape o carote) e legumi (piselli o lenticchie); il cullen skink, zuppa di eglefino affumicato, patate e cipolle o  cock-a-leekie, con porri e pezzi di pollo pepato.

Il rito dell’haggis

Burns supper

Ma il vero momento clou è l’arrivo dell’haggis, preceduto dalla cornamusa e portato spesso in trionfo dal cuoco, seguito dalla persona incaricata di declamare l'”Address to a haggis“, una delle poesie di Burns più conosciute ed irrinunciabile ingrediente di qualsiasi Burns supper. Nel testo il poeta si rivolge direttamente all’haggis, lodandone la bontà e accompagnando con la descrizione in versi, il taglio dello stesso. Il video che ho trovato non trasmette, purtroppo, benissimo l’atmosfera, ma certamente la traduzione in italiano rende il tutto più comprensibile.

Address to a haggis

Fair fa’ your honest, sonsie face,
Great chieftain o the puddin’-race!
Aboon them a’ ye tak your place,
Painch, tripe, or thairm:
Weel are ye wordy o’ a grace
As lang’s my arm.

The groaning trencher there ye fill,
Your hurdies like a distant hill,
Your pin wad help to mend a mill
In time o need,
While thro your pores the dews distil
Like amber bead
.

His knife see rustic Labour dight,
An cut you up wi ready slight,
Trenching your gushing entrails bright,
Like onie ditch;
And then, O what a glorious sight,
Warm-reekin, rich!

Then, horn for horn, they stretch an strive:
Deil tak the hindmost, on they drive,
Till a’ their weel-swall’d kytes belyve
Are bent like drums;
The auld Guidman, maist like to rive,
‘Bethankit’ hums.

Is there that owre his French ragout,
Or olio that wad staw a sow,
Or fricassee wad mak her spew
Wi perfect scunner,
Looks down wi sneering, scornfu view
On sic a dinner?

Poor devil! see him owre his trash,
As feckless as a wither’d rash,
His spindle shank a guid whip-lash,
His nieve a nit;
Thro bloody flood or field to dash,
O how unfit!

But mark the Rustic, haggis-fed,
The trembling earth resounds his tread,
Clap in his walie nieve a blade,
He’ll make it whissle;
An legs an arms, an heads will sned,
Like taps o thrissle.

Ye Pow’rs, wha mak mankind your care,
And dish them out their bill o fare,
Auld Scotland wants nae skinking ware
That jaups in luggies:
But, if ye wish her gratefu prayer,
Gie her a Haggis

Dopo un brindisi all’haggis (e all’attore) ci si può quindi sedere per gustare il piatto tradizionale servito solitamente con purea di neeps (una specie di rapa) e tatties, patate.

Il whisky

L’altro grande protagonista della serata. Che venga dallo Speyside o dalle isole, dalle Highlands o da Campbeltown, da Islay o dalle Lowlands, a una Burns supper l'”acqua di vita” non può proprio mancare. Nell’haggis, infatti, è d’obbligo la classica “wee dram“, la goccetta, ma soprattutto: cosa sarebbe un brindisi senza un bicchiere di whisky in mano?

E potevano le distillerie scozzesi esimersi dal dedicare un whisky – anzi più d’uno – al loro Sommo Poeta?

Burns supper

Il primo, che si chiama appunto Robert Burns, è il whisky ufficiale utilizzato per celebrarlo e viene prodotto sulla suggestiva isola di Arran, nell’omonima distilleria nel sud-ovest della Scozia. Quali patron della Robert Burns World Federation, Isle of Arran Distillers è la sola distilleria al mondo autorizzata ad utilizzare ufficialmente la firma e l’immagine del Bardo scozzese.

Il clima marittimo contribuisce alla maturazione del single malt, che viene imbottigliato senza aggiunta di caramello, ottenendo un whisky dal colore oro brillante. L’aroma è dolce, con note di miele e noci pecan caramellate e frutta fresca estiva. Al palato è inizialmente dolce e leggero, virando poi verso spezie e legno di quercia. Il finale è netto, morbido e delicato.

Gli abbinamenti suggeriti da Ferdinando Viti, creatore e anima di Oro di Scozia, sono o con l’haggis, oppure se bevuto rilassandosi in poltrona dopo cena dei dolcetti con marmellata d’arancia amara o miele d’erica.

La seconda azienda a dedicare due whisky a Robert Burns è Annandale, la distilleria più a sud della Scozia. Due gioiellini i due “Man O’ Words“: il primo lasciato maturare per tre anni in botti di Bourbon, dalle note dolci e floreali che lasciano poi il posto a vaniglia e legno. Il secondo un whisky complesso, invecchiato in botti di Sherry, con un sentore di miele e vaniglia; dal finale di noci, mandorle e frutta secca.

Gli abbinamenti? Secondo l’esperto, se sorseggiato a tavola una tartare di angus, bagnata con lo stesso whisky; da meditazione, invece, cioccolato amaro o fudge (caramello) ripieno di gocce di cioccolato.

I brindisi

Dopo formaggi e dolci, il momento del caffè è accompagnato dai “toast”, cioè i brindisi. Il primo in onore del poeta, dopo che un il mattatore della serata ne ha ricordato la vita.

Nel secondo, l’Address to the lasses, un “portavoce”, a nome degli uomini presenti, fa un brindisi ironico, punzecchiando il gentil sesso, che immediatamente risponde con la Reply to the lads, altrettanto pungente.

La serata prosegue poi con la lettura di poesie di Burns. Oppure….

Il Ceilidh

Se la serata non è molto formale, è molto probabile che terminerà con delle scatenatissime danze, un Ceilidh appunto, spiegate e guidate da un maestro di cerimonie per far divertire tutti, anche chi è alle prime armi, nel vero spirito scozzese.

Ceilidh

Auld lang syne

Che sia una Burns supper formale o no, l’atto conclusivo non può che essere Auld Lang Syne, canzone scritta dallo stesso Rabbie, che in Scozia accompagna i commiati, di cui avevamo già parlato nell’articolo dedicato al Capodanno. Tutti in cerchio, mano nella mano, per dare appuntamento agli amici al prossimo incontro.