Pria

Acqua cristallina, nei punti più fondi di un incredibile verde smeraldo. È un’oasi incastonata nelle prealpi venete la Pria, canyon scavato nei millenni dal fiume Astico, dove molti vicentini e non solo d’estate cercano rifugio dal caldo della pianura. Dopo il calore delle campagne pugliesi che vi ho raccontato la settimana scorsa, torniamo quindi ad immergerci nelle fredde acque montane, tanto simili a quelle dei Calieroni di Valstagna di cui vi avevo parlato in passato.

Del resto, secondo una leggenda locale, la Valdastico e la Valbrenta sarebbero le due gambe del gigante seduto sull’Altopiano di Asiago.

Un angolo, la Pria, in realtà, decisamente più conosciuto e frequentato di quello di Valstagna, che soprattutto nei fine settimana estivi catalizza centinaia di presenze. Motivo per cui, soprattutto nei mesi “di punta” è meglio evitare il sabato e la domenica – sovraffollati – e scegliere le giornate infrasettimanali. Ma dopo tanto sudare, entrare nell’acqua gelida e sentire il fresco farsi strada nel corpo, è una sensazione che vale il viaggio. E farlo in mezzo ai monti è ancora più affascinante.

Pria
Le case di contrada Pria viste dal ponte

Come arrivare

La contrada Pria si trova nel Vicentino, nel comune di Arsiero, che – per chi arriva da fuori provincia – si può raggiungere percorrendo tutta l’autostrada Valdastico Nord fino all’ultima uscita di Piovene Rocchette e seguendo poi le indicazioni. Una volta superato il paese, proseguendo in direzione Pedescala sulla strada provinciale 350, dopo circa un km e mezzo si trova una stradina sulla destra con l’indicazione per contra’ Pria (avvia maps).

Poche curve ed ecco il ponte sull’Astico: siete arrivati al Pria Park. E, una volta parcheggiato (attenzione: l’unico parchimetro è prima del ponte, ai piedi del bar) potete dedicarvi a esplorare questo piccolo gioiello. Oppure, semplicemente, a cercare un posto dove appoggiare il vostro asciugamano e godervi un po’ di relax. Per chi non ama sdraiarsi sui sassi, al bar non è possibile solo mangiare, ma anche – eventualmente – noleggiare dei lettini. Prima di farlo, però, meglio considerare che le rive dell’Astico non sono una spiaggia liscia e uniforme e non ovunque è facile sistemarli.

Un tuffo dove l’acqua è più blu

Comunque si preferisca sistemarsi, basta guardarsi attorno per godersi un panorama che toglie il fiato, fatto di montagne, boschi, acqua azzurrissima e massi a picco sul fiume. Che, in alcuni punti, vengono usati come piattaforme per tuffi, da chi sfida il brivido lanciandosi da altezze notevoli nelle pozze, profonde fino a nove metri. Ma c’è anche chi preferisce esplorare i fondali della Pria immergendosi con la muta. I pesci, del resto, decisamente non mancano, soprattutto trote e temoli, che nuotano tra i bagnanti.

Per molti, però, l’atto di coraggio è affrontare il bagno nell’acqua gelida, inoltrandosi pian piano tra i sassi (le scarpette fanno assai comodo!). Piedi, gambe, polsi… e una volta superato il primo shock e abituati alla temperatura dell’acqua la sensazione di refrigerio è impagabile. In particolare per chi, come me, ama i posti freddi e i bagni nel mare del Nord…

La cascatella in corrispondenza della spiaggia

E già che siamo in acqua, perché non sedersi proprio in corrispondenza della cascatella, sfruttando un bell’idromassaggio naturale, godendosi il sole comodamente spaparanzati tra i ciotoli?

A spasso tra la storia

Non sapete stare fermi? Amate fare passeggiate e pensate che il bagno dopo aver camminato sia ancora più piacevole? Allora un’idea potrebbe essere fare due passi lungo il sentiero panoramico che costeggia l’Astico.

La Pria al tramonto

Oppure, perché no, andare alla scoperta del Covolo della Pria, al quale si arriva dal sentiero che parte di fronte all’imbocco del ponte e che in una mezz’oretta di cammino raggiunge un covolo, cavità creata dall’erosione delle rocce nel Paleolitico, quando era utilizzata come riparo.

Ma anche la storia più recente s’incrocia con quella della contrada Pria, dove a fine Ottocento l’industriale scledense Alessandro Rossi (sì, quello della Lanerossi) acquistò la preesistente cartiera, ma anche magli e mulini della zona, per dare vita a quella che sarebbe diventata la più grande cartiera d’Europa.

E negli stessi anni lo scrittore vicentino Antonio Fogazzaro, nel Daniele Cortis la descriveva con queste parole:

«Presso il ponte della Pria mostrava le casupole accoccolate per i macigni sullo sfondo pittoresco della gola, e, abbasso, lo spacco dove va, chiusa, l’acqua verde, potente, a spandersi poi giù verso i prati, in un largo clamor di spume».

Chissà, magari anche lui aveva guardato il sole tramontare dietro le montagne e tingere dei suoi colori le acque cristalline e godendosi la quiete del luogo.

Quella che oggi si può assaporare soprattutto in bassa stagione o a fine giornata, quando il grosso dei bagnanti è ormai rientrato e restano solo poche persone. E allora vi regalo qualche altra immagine di questo posto meraviglioso.

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Conoscevate questo posto? Vi ho fatto venire voglia di conoscerlo o almeno vi ho regalato un po’ di refrigerio dal caldo? Volete raccontarmi di altri luoghi magici? Se vi va, scrivetemi le vostre impressioni o ditemelo sulla mia pagina Facebook!

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