Garbo

Reinventarsi grazie all’uncinetto imparato a scuola. Con gioielli fatti con… Garbo. Questo il nome scelto da Antonella per il suo marchio di gioielli, nato qualche anno fa quasi per caso. Io l’ho conosciuta a Milano Fashion & Jewels, dove in questi anni ho trovato tanti bijoux interessanti da proporvi. E oggi ve la racconto.

Garbo
©Garbo

A colpire, passando davanti allo stand di Garbo, ospitato nell’area dedicata al gioiello contemporaneo sono senz’altro i colori brillanti delle sue creazioni, particolarmente luminose grazie al filo in metallo utilizzato per realizzarli. Un’evoluzione del brand, partito circa quindici anni fa da materiali più “tradizionali” come cotone e seta.

«Avevo perso il lavoro e alla mia età non era facile reinserirmi, perché negli anni gli uffici commerciali sono molto cambiati – racconta – Allora ho provato a reinventarmi e l’ispirazione è arrivata abbastanza per caso. Un giorno, infatti, passeggiando con un’amica, ho visto degli orecchini molto belli realizzati all’uncinetto. Lei mi ha guardata e mi ha detto: Perché non provi?».

Impara l’arte…

Così si è buttata, provando a trasformare un’arte appresa da bambina in una nuova opportunità di lavoro. «L’uncinetto l’avevo imparato dalla maestra, quando a scuola s’insegnavano ancora i lavori manuali, che sono stati poi eliminati. È sbagliatissimo, perché adesso nella moda c’è una grandissima richiesta di persone che abbiano proprio queste capacità».

E l’esperimento è andato decisamente bene, anche grazie a un’altra coincidenza. «Ho cominciato lavorando il cotone e in poco tempo in città c’è stato un boom di lavori a uncinetto. I gioielli, comunque, andavano bene. Ho cominciato con le amiche, poi, man mano il giro si è allargato».

Era, insomma, nato “Garbo”, il cui nome riprende due elementi molto importanti per Antonella. «Il primo è la mia città, Lucca, e richiama il cosiddetto “garbo lucchese”, cioè i modi e la parlata gentile per cui siamo famosi in regione. L’altro la “divina” Greta, mia musa ispiratrice, tanto che ho dato il suo nome a mia figlia». Tutte le sue creazioni, poi, hanno nomi di donna, come Carmen, Amalia, Azzurra, Bianca e Cloe.

Canestro!

Una svolta, per Garbo, è arrivata grazie a una sua altra passione, la pallacanestro.

Garbo

«In passato ho giocato e in quel momento allenavo una squadra giovanile – continua – La mamma di una mia ragazzina, che doveva andare a una sfilata di moda, mi chiese di farle degli orecchini, la stilista li vide e mi commissionò una linea da abbinare alla propria collezione. Da lì, poi, sono sempre andata avanti».

Col tempo è anche arrivato il metallo, un’altra svolta importantissima per Garbo. «Avevo bisogno di evolvermi – racconta – e ad una fiera ho visto i fili di metallo, su base di rame. Da lì ho cominciato e sono riuscita a trovare anche parecchi colori, anche se non è affatto semplice. I colori per me sono fondamentali, perché trasmettono gioia. Per le forme, invece, amo giocare con le linee geometriche e renderle eleganti».

Questione di stile

E se in alcune creazioni sono inserite anche pietre o accessori, per quelle in metallo ha scelto di realizzare quasi tutti i pezzi esclusivamente ad uncinetto, ottenendo la lucentezza dal solo filo, senza l’impiego di strass.

Garbo

La sua soddisfazione più grande, in un mercato in cui l’uncinetto è già ampiamente utilizzato (da qualcuno anche in metallo) è la riconoscibilità.

«Molte volte le amiche mi chiamano dicendo che hanno visto le mie creazioni addosso a quel personaggio o all’altro. Significa che ho creato un mio stile. Tutti i miei gioielli, del resto, sono artigianali, interamente fatti a mano, originali e pezzi unici. Credo che per avere risultati si debba avere il coraggio di creare cose che vanno “oltre”, per questo la ricerca è importante. E il lavoro manuale e sempre un valore».

Conoscete questi bijoux? O avete una marca preferita? Mandatemi i vostri commenti e suggerimenti o scriveteli sulla mia pagina Facebook!

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