![Regenesi](https://i0.wp.com/www.themebway.com/wp-content/uploads/2022/01/Set_6_1600x.jpg?resize=1140%2C700&ssl=1)
“I was 6 bottles”. Ero sei bottiglie. Non è una firma, ma una dichiarazione quella che campeggia sulle borse di Regenesi, azienda emiliano romagnola, divisa tra la sede di Ravenna e quella di Bologna, che dal 2008 crea accessori da materiali post consumo. E allora, di ritorno da Pitti Uomo, vi racconto una delle aziende che ho conosciuto nei miei tre giorni alla Fortezza da Basso, riportandovi nel magico mondo degli accessori.
![Regenesi](https://i0.wp.com/www.themebway.com/wp-content/uploads/2022/01/Maria-Silvia-Pazzi_ceo-REGENESI-min.jpg?resize=275%2C182&ssl=1)
Che, con la città di Firenze, ha un rapporto come dire… storico. La fondatrice, infatti, è Maria Silvia Pazzi, i cui antenati congiurarono contro i Medici e finirono poi in Romagna.
E pazza, per molti, era anche lei quando con Regenesi 13 anni fa iniziò a realizzare accessori utilizzando materiali derivati dall’immondizia, tra le primissime aziende a credere nella sostenibilità.
![Regenesi](https://i0.wp.com/www.themebway.com/wp-content/uploads/2022/01/Alfredo_Montanari.jpg?resize=196%2C295&ssl=1)
«All’epoca – racconta Alfredo Montanari, cofondatore e amministratore delegato – siamo partiti con l’idea che dai rifiuti si potesse creare moda tramite un progetto tecnologico. Abbiamo quindi iniziato ad usare materia prima seconda e la reazione del mercato è stata strana: tanta visibilità e un enorme successo di critica, più che di numeri».
L’idea di Regenesi di qualcosa che venisse dai rifiuti, insomma, era interessante, ma il grande pubblico non era ancora pronto a questo passo, al contrario di oggi.
«Negli ultimi anni – continua Montanari – tantissime aziende stanno intraprendendo questo percorso, allora ci sentivamo dare dei pazzi».
Collaborazioni
Il tempo, insomma, ha dato ragione a questa idea, che è stata sposata anche da altre aziende.
![](https://i0.wp.com/www.themebway.com/wp-content/uploads/2022/01/dainese.jpg?resize=290%2C193&ssl=1)
Una è la vicentina Dainese, produttore di tute per motociclisti, con il quale Regenesi ha creato una linea di accessori prodotti riciclando le tute utilizzate dai piloti durante le prove o le gare ufficiali. «Per questo – continua Montanari – ogni prodotto realizzato dai nostri artigiani è unico.
L’altra collaborazione, sempre nel campo dei motori, è stata quella con Lamborghini, riutilizzando invece materiali provenienti dalle linee di produzione dell’azienda automobilistica per produrre custodie per cellulari e iPad, borse, portafogli e posta carte.
Le borse
Ma anche le collezioni di borse da donna si sono avvalse di importanti collaborazioni.
![Regenesi](https://i0.wp.com/www.themebway.com/wp-content/uploads/2022/01/Regenesi-ReFlag-Tote-min-edited-1.jpg?resize=237%2C316&ssl=1)
Re-flag, portata appunto a Pitti Uomo, è stata creata insieme alla trendsetter Michela Gattermayer. Borse squadrate, a blocchi di colore, realizzate con tessuti derivati da bottiglie riciclate e con cinghie recuperate da una fabbrica. Stesso discorso per il marsupio e le pochette Re-Bon.
Anche la linea di Regenesi dedicata al Sommo Poeta, “Dante 700”, è infatti stara creata insieme alla designer Luisa Bocchietto, che ha scelto come fil rouge della collezione una fantasia che unisce due elementi tradizionalmente associati all’autore della Divina Commedia: le stelle e la foglia d’alloro. Anche in questo caso, ovviamente, borse e accessori utilizzano plastica, carta e pelle riciclate.
Riciclo a tutto tondo
Non solo borse e accessori. Dalla plastica riciclata, infatti, nascono anche piatti, lampade, lampadari, cestini, oggetti per la casa e l’ufficio. E – potrebbero mancare? – gioielli dall’effetto madreperla, anche abbinati a seta recuperata.
![](https://i0.wp.com/www.themebway.com/wp-content/uploads/2022/01/Recicle-Movable-Earrings-and-bracelets_OK_2000x-edited.png?resize=230%2C170&ssl=1)
Ma, si dev’essere chieste Regenesi, se si possono utilizzare i materiali provenienti dai rifiuti o dalle altre aziende, perché non anche quelli dei clienti? E allora, dai jeans che non si vuole proprio buttare, possono nascere delle borse che diano loro una nuova vita e ci permettano di tenerli con noi, anche se non ci vanno proprio più bene o sono irrimediabilmente strappati.
E allora… ecco una carrellata delle nuove collezioni!
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