Bressanone

Le feste sono sinonimo di gite e vacanze, anche brevi, alla ricerca di posti dove abbandonare per qualche giorno lo stress e scoprire cose nuove. Luoghi, magari, meno conosciuti ma non meno affascinanti, come Bressanone, suggestiva cittadina che cela nel chiostro della Cattedrale nientemeno che un cavallefante e Novacella, divisa tra storia, fede e tradizione enologica. Li ho scoperti e ve li racconto.

Bressanone

È più piccola delle vicine Bolzano e Merano, ma il capoluogo della Val d’Isarco è proprio per questo un piccolo scrigno, che in Avvento si anima grazie al tradizionale mercatino, pieno di simpatiche bancarelle e gustosi manicaretti della tradizione altoatesina: spätzle, goulasch, canederli, bretzel ripieni e non, panini di segale con speck o prosciutto affumicato, wurst e strauben, la golosissima frittella con la marmellata. Qui, ancora per pochi giorni (fino all’Epifania) è possibile ammirare prodotti artigianali e brindare con birra, vin brulè o succo di mele caldo.

Tutte golosità alle quali è difficilissimo dire di no, ma che si possono smaltire, d’inverno come d”estate, grazie alle attività montane, sia con ai piedi un paio di sci o ciaspole, sia passeggiando per i sentieri. Un bel modo per rilassarsi e scrollarsi di dosso lo stress.

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La Cattedrale

Affacciato sulla piazza omonima, il Duomo di Santa Maria è il cuore di Bressanone.

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Dalle prime tracce risalenti al X secolo, la chiesa è stata realizzata dapprima in stile romanico, poi rimaneggiata in stile gotico a metà del Settecento, quando è stato consacrato. L’interno è un tripudio di stucchi, affreschi degli artisti altoatesini Paul Troger e Michelangelo Unterperger e marmi, presenti in ben 33 varianti. Un’eleganza testimoniate anche dai tre organi.

Ma la parte più suggestiva è senz’altro il chiostro, con i colori dei suoi splendidi affreschi, che celano una vera “chicca”. Se in passato, infatti, la pittura era utilizzata da un lato per stimolare la riflessione dei monaci che si ritiravano nel chiostro e dall’altro per raccontare le vicende di Cristo e delle Scritture alla popolazione analfabeta, è anche vero che non tutte le vicende raccontate – e tutti gli animali in esse presenti – erano di facile resa per gli uomini dell’età moderna.

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Il cavallefante

Tra le tante storie illustrate nelle arcate del chiostro tra il XIV e il XVI secolo, rese in modo veramente splendido, anche per i colori brillanti, ci sono infatti quelle dell’Antico e del Nuovo Testamento, compresa la battaglia di Lazzaro contro i siriani, che per attaccare Israele utilizzarono addirittura degli elefanti.

Ma com’è fatto un elefante? Gli artisti non ne avevano idea. Del resto, il primo esemplare – il famoso elefante Soliman, che il re di Portogallo donò al nipote Massimiliano d’Austria – si fermò a Bressanone solo nel 1551 durante il suo viaggio dall’India.

Non potendo googlare o andare allo zoo, lavorarono di fantasia, prendendo come base l’animale più grande che conoscessero – il cavallo – e aggiungendo ciò che dell’elefante avevano sentito raccontare: il lungo naso e le grandi orecchie, anche se queste ultime ricordavano più le pinne di qualche mostro marino. Era nato il cavallefante.

Palazzo vescovile tra luci e presepi

L’altro polo d’attrazione nel centro di Bressanone è senz’altro il Palazzo vescovile, che ospita il Museo Diocesano, il Tesoro del Duomo e una mostra permanente di presepi locali e tirolesi, ma anche da Napoli e dalla Sicilia, Il più grande? Quello  liturgico dei fratelli Probst, che conta circa 5.000 figure.

Nelle teche natività, ma anche scene dalla Bibbia e dal Vangelo: il battesimo di Gesù, la presentazione al Tempio, le nozze di Caana, fino al’Ultima Cena, flagellazione e alla Crocifissione, ma anche pezzi storici, come un Gesù Bambino del Settecento.

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Il Palazzo vescovile è però anche il teatro ideale dello spettacolo di suoni e luci che ogni anno incanta grandi e piccini. Quello di quest’anno è dedicato ai colori e alla pace e, vi assicuro, merita una visita (info qui) Ma guardiamone un pezzettino nel video creato dalla cooperativa di promozione turistica Brixen Tourismus.

Questo spettacolo ha dato origine al Bressanone Water Light Festival, che quest’anno si svolgerà dal 24 aprile al 12 maggio, quando decine di installazioni di artisti italiani e internazionali saranno sparse nel centro storico, collegate da una lunga linea blu, per sensibilizzare il pubblico su un uso sostenibile dell’acqua.

Al di là dei suoi punti più conosciuti e imperdibili, Bressanone merita però anche una passeggiata attraverso i suoi pittoreschi vicoli, tra torri e palazzi che raccontano la sua millenaria storia, testimoniata dalla “Colonna Millenaria”, eretta in occasione dell’anniversario “tondo” nel 1909.

Novacella

Se siete appassionati di arte, vini o entrambi, l’abbazia di Novacella – in tedesco Kloster Neustift – è una tappa obbligata. Poco lontana da Bressanone è un luogo affascinante che trasuda storia, visitabile sia con la guida che autonomamente. Noi abbiamo scelto di passarci la giornata, con un tour dell’abbazia al mattino, pranzo nell’osteria (tipico e molto buono) e visita ai vigneti con degustazione al pomeriggio.

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Le cose migliori? All’interno di una giornata piacevolissima, principalmente tre: una visita di un’oretta con una guida simpatica e preparata che ha illustrato le parti essenziali, lasciando poi liberi di approfondire autonomamente la chiesa e il museo, molto interessanti; la mappa interattiva dell’abbazia con “lampadari” che raccontano i vari aspetti della vita monastica in tre lingue; la possibilità di assaggiare i vini presenti nell’enoteca utilizzando una tessera a scalare.

Ovviamente, un paio di bottiglie sono venute a casa con noi, soprattutto un Gewürztraminer particolarmente aromatico, che ha convinto anche me, poco incline ai bianchi e un moscato rosa degno di nota. Meno nelle mie corde il Kerner – altro bianco – che ho preferito in versione passito.

Ma molto interessanti sono anche le opere e i cimeli presenti nel museo, dai paliotti (i pannelli che decoravano la parte anteriore dell’altare) con applicazioni in paglia alle mappe e strumenti scientifici storici. E la spettacolare biblioteca dell’abbazia, con testi medievali miniati e libri a stampa non meno pregiati. Una curiosità è infine la sala cinese, con gli affreschi ritrovati nel 2019 sotto ben sette strati d’intonaco.

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