Da quasi cinque secoli la Basilica Palladiana svetta bianca e maestosa nel cuore di Vicenza. Ma come sarebbe se a pensarla fosse stato Van Gogh? O Basquiat? O ancora Rothko? È quanto si è chiesta la vulcanica creativa Gianna Sartori. Da questo interrogativo è nata la mostra “Il tuo mondo, la tua Basilica”, che sarà visitabile fino a domenica 18 febbraio all’interno dello stesso monumento che celebra.
«In piazza dei Signori, ammirando la Basilica, mi è venuto da chiedermi come sarebbe stata se non fosse stata concepita da Andrea Palladio nel Cinquecento, ma se a crearla fosse stato Picasso – racconta – Da questo interrogativo è nata l’idea di guardarla con gli occhi di diversi artisti e ho creato i lavori che sono ora presenti in mostra».
Le opere
Cioè 24 coloratissime stampe, create da Sartori tramite la grafica a computer, che ripropongono il simbolo di Vicenza in vesti decisamente inedite. L’inconfondibile sagoma palladiana fa quindi da cornice, modificandoli, alla “Notte stellata” di van Gogh e all'”Urlo” di Munch, mentre le ninfee di Monet, con i rami dei salici che spiovono dal tetto, la trasformano quasi in una serra liberty affacciata su un laghetto e la forma allungata che richiama il Bacio di Klimt fa pensare a un palazzo veneziano che si specchia nel Canalgrande.
In altri lavori, invece, la visione di Sartori sconvolge in tutto o in parte la forma del monumento palladiano. Nella stampa dedicata a Picasso, la struttura si scompone, come nei ritratti del pittore spagnolo, e fissa lo spettatore con i suoi grandi occhi. Ma la Basilica si trasforma anche nella fontana di Duchamp o in un uovo con le gambe e la corona dell’amico designer vicentino Cleto Munari. E tra i contemporanei non manca nemmeno il dito alzato di Maurizio Cattelan.
La mostra di Gianna Sartori è quasi un ripasso di storia dell’arte, che attraversa cinque secoli, focalizzandosi in particolare su Ottocento e Novecento. E allora la Basilica si colora degli inconfondibili quadri di Mondrian o del nero percorso da tagli di Fontana, si trasforma in un graffito di Basquiat, assume i contorni e i colori intensi tipici di Rothko o si sdoppia e fissa il pubblico con lo sguardo intenso di Frida Kahlo.
L’autrice
Ma chi è Gianna Sartori? Vicentina doc, dal 1975 ha lavorato nel mondo orafo (nel quale l’ho conosciuta) come designer e creativa. Dopo aver collaborato con numerose aziende, ha avviato uno studio di design e progettazione. Nella primavera del 2008 la svolta verso un design-filosofia, che si concretizza in un lampadario in ferro e vetro, ispirato al mito della medusa e alle più colte esperienze del surrealismo storico per una nota azienda di illuminazione.
E visto che l’oro l’ha nel cuore, negli anni ha continuato a ideare iniziative per avvicinare il grande pubblico a questo settore, che fa parte della tradizione vicentina.
Come ‘’Dislocation, quando il gioiello non è dove dovrebbe essere (o non è come dovrebbe essere)’’, una mostra diffusa nella quale le opere di gioielleria sono state esposte in varie attività del centro. Ma la sua mente vulcanica non smette mai di ideare nuovi progetti, che spesso prendono vita nelle sue coloratissime creazioni grafiche. Come, appunto, la mostra dedicata alla Basilica.
Ma quali sono le sue stampe preferite? «Sono molto orgogliosa di quella dedicata a Rothko – racconta Gianna – ma Caravaggio ha un valore tutto speciale. Da sempre amo questo pittore e il suo rosso, ma mentre creavo le stampe non avevo osato affrontarlo. Poi sono andata all’inaugurazione della mostra in Basilica su Caravaggio, van Dyck e Sassolino, mi sono trovata davanti il San Girolamo ed è stata un’emozione. Quella notte, a mezzanotte mi sono svegliata, ho cominciato a lavorarci. Alle 4 era finito».
Nell’immagine, infatti, la Basilica, appositamente modellata, si sostituisce al santo sotto il drappeggio rosso, le cui sfumature vengono esaltate dalla stampa. «Ho scelto una tipologia di carta e stampa particolari – continua la designer – e il lavoro eseguito da Gestioni grafiche Stocchiero di Vicenza fa risaltare ogni dettaglio, comprese le diverse tonalità di nero».
Il progetto
L’idea di Sartori, però, va oltre la mostra. Il ricavato della vendita delle stampe sarà infatti devoluto totalmente al progetto “Giovani per l’Arte – Proteggi il tuo patrimonio” promosso da Engim Professioni del restauro di Vicenza per la manutenzione di alcuni dei più importanti monumenti di Vicenza.
Protagonisti degli interventi di recupero saranno gli allievi del percorso di tecnica dei restauro della scuola professionale, affiancati da volontari con l’obiettivo di valorizzare il rispetto e la cura per il patrimonio artistico contro il vandalismo e l’incuria, causa di degrado delle opere d’arte. Un altro buon motivo per visitare la mostra!
Ma la designer va anche oltre. «Noi abbiamo tanti palazzi che sarebbe il caso di ristrutturare, rendendoli nuovamente vivibili, rigenerando ciò che abbiamo, dando magari anche forme diverse, invece di costruire sempre cose nuove».
E a proposito di progetti, Gianna ne ha già un altro in mente. «I bambini che visitano la mostra – conclude – amano le tavole e i loro colori accesi. Io li invito a disegnare la loro Basilica e poi appendo i loro lavori. Immagino una piazza piena di bimbi che ritraggono il monumento e una mostra con tutte le loro opere».
La visita
La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta fino al 18 febbraio dal martedì alla domenica dalle 10-18 nella Sala degli Zavatteri all’interno della Basilica Palladiana.
E dopo? Visto che siete già in Basilica, merita decisamente una visita il Museo del Gioiello, aperto dal martedì al venerdì: 10-13 e 15-18, sabato e domenica: 10-18, per scoprire la magia della gioielleria italiana di cui vi ho parlato qui.
Avete visitato la mostra?Allora ecco una buona idea per il fine settimana.Se lo fate, taggate TheMebWay, mandatemi i vostri commenti o scriveteli sulla mia pagina Facebook!