L’autunno è la stagione ideale per godersi passeggiate tra gli splendidi colori degli alberi ingialliti. Le Cave di Rubbio, in provincia di Vicenza, sono un luogo decisamente suggestivo e una visita che non richiede né particolari abilità, né molto tempo È quindi ideale sia per un pomeriggio tranquillo che per una gita con bambini. Ma anche per un momento di solitudine e riflessione.
Se, infatti, i bambini coglieranno solo la parte ludica della passeggiata e non sarà facile trattenerli dallo scalare le rocce colorate, per gli adulti le opere d’arte di Toni Zarpellon a Rubbio sono anche uno stimolo alla riflessione su se stessi e la società. Così sono nelle intenzioni dell’artista, che sul suo sito definisce così la propria opera.
…l’Asprezza del mio segno
Nasce da uno stato di
Tensione Permanente
con Funzione di Scavo, per Aprire
nuove Brecce nell’Oscurità
della Mente…”
Dopo i Calieroni di Valstagna e la Pria di Arsiero, vi presento quindi un altro angolo nascosto del Vicentino.
Le Cave di Rubbio
«…io credo che un rapporto primario con la realtà possa costituire l’inizio di un nuovo modo di essere nel mondo…», scrive ancora Zarpellon.
Le Cave di Rubbio sono il recupero artistico di cave di pietra calcarea lasciate in stato di abbandono dagli anni Sessanta e fatte rivivere tramite l’arte, anche se negli ultimi anni sono state abbastanza trascurate.
Dal 2018, infatti, l’artista ha smesso di occuparsene di persona e l’area ricade in un terreno privato, quindi non di competenza comunale, che l’anno scorso è stato posto in vendita.
Le cave, comunque, sono sempre accessibili e, per quanto in buona parte “riconquistate” dalla natura, valgono decisamente la visita. E, del resto, che sia la natura a prendere il sopravvento non è contrario al messaggio di Zarpellon, anzi.
Come arrivare
Per raggiungere le cave, una volta arrivati a Rubbio, si può parcheggiare vicino alla chiesa e proseguire a piedi lungo via Monte Caina, percorrendo circa 1,5 km verso contra’ Saline su strada asfaltata, oppure procedere in auto e parcheggiare in strada prima della stradina sulla destra che porta a contra’ Mulaghi.
Un’altra opzione, arrivando da Rubbio è svoltare a sinistra in via Vallerana, subito dopo il monumento ai caduti. Poco sotto si trova un’area ricreativa con parcheggio, dove fare un pic nic e lasciare l’auto per il tempo dell’escursione.
I più allenati o i camminatori che vogliono impegnarsi in un percorso più lungo, possono invece visitarle al ritorno dal percorso ad anello attraverso i Trinceroni di Campolongo.
Per tutti, comunque, dall’imbocco di contra’ Mulaghi dopo poche centinaia di metri si trova il sentierino che conduce alle cave (in ogni caso… il link a google maps qui).
La Cava Dipinta
La prima che s’incontra – e la più colorata – è la Cava Dipinta, decorata con esseri fantastici che scrutano lo spettatore sogghignanti. Animali, giganti, volti deformati sembrano osservare chi si pone di fronte a loro con sguardo inquisitorio da una marea di occhi.
È, insomma, la natura a mettersi in rapporto con l’uomo e a interrogarlo. A spiegare il significato, su un sasso posto all’ingresso, è lo stesso autore:
«Il rapporto con il silenzio e lo spazio aperto della natura aiuta a scoprire la propria identità»
La Cava Abitata
Affatto colorata e decisamente più inquietante è la Cava Abitata, popolata da circa 150 volti realizzati scolpendo serbatoi e marmitte arrugginiti. Sguardi tristi e sofferenti osservano da ogni direzione chi entra all’interno della cava. Un monito contro le storture e gli effetti del consumismo moderno, che riduce tutto velocemente in rifiuto, lanciato da Rubbio già 35 anni fa.
Zarpellon, ancora una volta, lascia il suo messaggio su un masso:
«Liberazione dai miti e dagli incubi della civiltà industriale e dei consumi»
Le cave Laboratorio e Teatro
Le due cave più recenti sono invece, più che un messaggio, un “dono” ai visitatori e alle famiglie.
La Cava Laboratorio, infatti, è uno spazio nel quale chiunque può esprimere la propria creatività, realizzando la propria opera d’arte. Da questo sono scaturiti, tra gli altri, una macchinina, una “bussola” nella quale il nord è indicato da una bottiglia, alcuni teschi.
La Cava Teatro, invece, era stata creata per ospitare attività per ragazzi e qui, per qualche anno, si è svolto il “Festival veneto della fiaba animata”. Da tempo, però, anche questo spazio è inutilizzato. La speranza è che, se l’area di Rubbio sarà acquistata, anche le cave possano essere nuovamente valorizzate.
Siete mai stati a Rubbio? Conoscete qualche posto simile? Mandatemi i vostri commenti e suggerimenti o scriveteli sulla mia pagina Facebook!