Lowlands

Maggio mese delle rose, ma anche del whisky. E allora quale momento migliore per iniziare a parlarvi dell'”acqua di vita” scozzese? A guidarci in questo viaggio sarà un grande amante della Scozia e soprattutto un carissimo amico, Ferdinando “Nando” Viti. Che dopo essersi innamorato a prima vista di questo paese ha fondato Oro di Scozia e con il suo socio Ulisse Soncini cerca di diffonderne la cultura e i sapori in Italia, partendo dal suo negozio di Como. Dove, ovviamente, a fare la parte del leone sono i whisky, tra cui quelli delle Lowlands, la zona di produzione da cui parte il nostro viaggio, che ci porterà tra le distillerie, ma anche le bellezze della zona.

Il Whisky

Lowlands
Nando e Ulisse

Non ci si può, però, inoltrare nelle zone di produzione senza prima aver dato almeno un’infarinatura riguardo a questa bevanda, abbastanza diffusa, ma relativamente poco conosciuta.

Partendo, ovviamente, dal nome nato dall’anglicizzazione del gaelico “uisge beatha”, cioè “acqua di vita”. E visto che ci siamo, chiariamo subito una questione sulla quale c’è abbastanza confusione: con il termine whisky si indicano solamente quelli prodotti in Scozia e Canada, dove l’emigrazione da questo paese è stata particolarmente importante; whiskey, invece, è il nome di quelli distillati in Irlanda e – per la stessa ragione- in America. Ci sono, ovviamente, differenze anche tecniche, tra cui il fatto che in Irlanda si usino anche orzo e cereali non maltati e il liquore venga distillato tre volte e non due come in Scozia.

Un po’ di storia…

Quando nasce il whisky? «Il primo documento in cui viene nominato è del 1494, un registro in cui si fa riferimento a del malto da consegnare a frate John Corr per la produzione di aqua vitae. Anche qui, come in altri casi, la chiesa ha avuto un ruolo fondamentale. La distillazione, infatti, era un modo per purificare l’acqua, a quel tempo spesso piena di malattie. Inoltre, il distillato rendeva la popolazione più controllabile e, cosa non trascurabile, la vendita era fonte di guadagno». Cosa che nel 1644 fu realizzata anche dagli inglesi, che cominciarono a tassarlo, inasprendo ulteriormente il prelievo dopo l’unificazione dei due regni nel 1707.

Burns supper
Robert Burns

Ovvia conseguenza fu – come sarebbe successo due secoli dopo durante il proibizionismo negli Usa – la nascita di distillerie clandestine, soprattutto nei territori meno accessibili ai funzionari inglesi, come le Highlands, lo Speyside e le isole. Abbandonando quindi territori quelli più vicini ai “Borders”, cioè le Lowlands. Può sembrare quantomeno strano pensare che tra gli esattori di questi a dir poco impopolari balzelli, ci fosse lo stesso Robert Burns, poeta nazionale scozzese, ricordato ogni anno con le varie Burns’ Night in suo onore. Nel 1823 Londra cercò di porre rimedio, abbassando il dazio con l’Excise Act, la “Legge per l’eliminazione della distillazione illegale”. La prima ad accettarla fu la Glenlivet, che ottenne la prima licenza.

Una data chiave, però, è il 1988, quando lo “Scotch Whisky Act” definì Scotch whisky esclusivamente quello distillato in Scozia, con acqua e orzo maltato e caratteristiche di produzione molto precise. Lo stesso documento vieta anche la produzione in Scozia di whisky diversi dallo scotch e stabiilisce una gradazione minima di 40 gradi e un invecchiamento minimo di tre anni.

Single malt o blended?

Single malt di Annandale

Una delle prime differenze con cui ci si trova a fare i conti al momento di scegliere un whisky è: single malt o blended? Ma cosa significa? «Una bottiglia di single malt contiene whisky proveniente da un’unica distilleria e spesso è “married”, cioè ottenuto “sposando” botti di annate e affinature diverse. Provengono invece non solo dalla stessa distilleria, ma da un’unica botte i “single malt, single cask”. Diverso il blended, prodotto mescolando assieme whisky di distillerie e annate differenti. In questo caso, se viene indicata una data d’invecchiamento, si tratta di quella del distillato più giovane».

Ma come nasce il blended? La storia è particolare e parte dalla…Francia. Qui, infatti, negli anni Cinquanta dell’Ottocento, la filossera colpì le viti, rendendo impossibile produrre vino e di conseguenza cognac. Con cosa sostituirlo? Una buona soluzione parve il whisky, ma il single malt era troppo forte per i palati di Oltremanica e si cercò quindi di crearne una versione più leggera, dando origine, appunto, ai blended. Il gusto piacque e a tutt’oggi questa tipologia è la più venduta sul mercato mondiale.

La torba

Un’altra domanda diffusa è: preferisci torbato o non torbato? Questa caratteristica, prevalente in alcune aree, in particolare Islay, e quasi assente nelle Lowlands, caratterizza fortemente il whisky, anche in base all’intensità della torbatura. Ma di cosa si tratta? E come si realizza? «La torbatura si deve a un procedimento messo in atto per bloccare la germinazione dell’orzo. Per ottenere il malto, infatti, l’orzo viene sparso nel magazzino e coperto d’acqua. Per bloccarla al momento giusto viene utilizzato il calore generato bruciando la torba, il cui fumo va a dare il sapore distintivo al malto, che viene poi mantenuto lungo tutta la distillazione». Diverso discorso, invece, quello dell’affumicatura, che non ha nulla a che vedere con questo procedimento. «In questo caso, infatti, il sapore è dato dall’interno della botte bruciato per disinfettarla».

Le zone di produzione

Lowlands
Le zone di produzione

Le aree di produzione del whisky sono tradizionalmente cinque: Highlands, Lowlands, Islay, Campbeltown, Speyside, alle quali negli ultimi tempi si sono aggiunte le Isole. «La zona non è solo un’indicazione geografica, ma influenza realmente i whisky che vengono prodotti in quelle aree, in base alle sue caratteristiche. Le Highlands sono terre di asperità, di conquiste e di guerrieri e questo viene rispecchiato anche nei distillati».

«Quelli prodotti alle Orcadi sanno di mare aperto, vento, burrasche e del carattere vichingo dell’isola. Quelli dello Speyside sono influenzate dal fiume Spey, che attraversa il territorio e che bagna – direttamente o tramite i propri emissari – praticamente tutte le distillerie della zona. Quelli di Islay, tipicamente torbati, sanno di mare, tempeste e minerali, diversamente da quelli di Campbeltown, loro dirimpettai ma che non ne condividono le caratteristiche, a partire dalla torbatura».

Lowlands

Veniamo quindi alla zona al centro di questa puntata: le Lowlands, cioè quell’area che va dal confine con l’Inghilterra, la regione dei Borders, a quella linea immaginaria che unisce Dumbarton a Perth. Insomma, l’area che include le due principali città – Edimburgo e Glasgow – fino al Fife. «Si tratta di una zona pianeggiante, verde, di brughiere e vallate, che dà una sensazione di distensione, rilassamento e pacatezza. Tutti elementi trasmessi dai whisky prodotti in quest’area». Quali sono, allora, le principali distillerie? Vediamone alcune.

Le città e il Fife

Auchentoshan Distillery

Nella zona di Glasgow, vicino alla foce del Clyde, sorge la Auchentoshan, distilleria che ha una particolarità nel panorama scozzese: la tripla distillazione tipica dell’Irlanda. «Questo procedimento porta alla produzione di un whisky molto puro, pulito ed elegante, che però per questa particolarità non è gradito a tutti».

È invece nell’area di Edimburgo la Glenkinchie, che accanto a un whisky floreale ed erbaceo produce anche il Johhny Walker, mentre diverse altre realtà sono collocate nel Fife, nella parte nord est delle Lowlands: la Daftmill Distillery, creata nel 2005 all’interno di un ex mulino a Cupar; la Kingsbarns Distillery, nel paese omonimo a 20 minuti da St. Andrews; la Lindores Abbey Distillery, costruita a Newburg, di fronte ai resti dell’omonima abbazia e la Eden Mill, di St. Andrews, che produce anche gin, birre e cocktail.

I Borders

Bladnoch Distillery

Si trovano decisamente più a sud, invece, le due distillerie consigliate da Nando, che ce le racconta. La prima, Bladnoch, nella contea di Dumfries & Galloway, è una delle più antiche di Scozia, con oltre 200 anni di storia e anche la più meridionale. «I prodotti di questa distilleria sono in edizione limitata, con sentori erbacei, aromi floreali, di vaniglia, agrumi e arance. Molto puliti e non torbati». Prodotti, insomma, di qualità, ma dal prezzo decisamente impegnativo.

L’altra, invece, Annandale, sta vivendo una seconda giovinezza. «La distilleria è stata fondata nel 1830 ed è stata poi acquistata dalla Johnny Walker, che l’ha tenuta aperta fino al 1918. Nel 2014 David Thomson e Teresa Church hanno acquistato la proprietà e riportato in vita non solo la distilleria e il villaggio con un investimento importante. I primi due whisky che hanno prodotto li hanno dedicati a due grandi personaggi scozzesi: “Man of Swords” per Robert the Bruce e “Man od words” per Robert Burns».

Cosa vedere?

Dopo le chiusure dovute al Covid, molte distillerie anche nelle Lowlands hanno riaperto le loro porte ai visitatori, con tour guidati all’interno delle loro strutture, nel rispetto delle norme di sicurezza. Ma tra una distilleria e l’altra ci sono moltissime bellezze da godere, tra storia e natura. Vediamone alcune.

I Borders

Lowlands
Jedburgh Abbey

Partiamo dai Borders, cioè la regione delle Lowlands confinante con l’Inghilterra, con una “deviazione” un po’ più a sud. A circa 45 minuti di auto da Annandale, infatti, si trova il Vallo di Adriano, cioè il muro fatto erigere dall’omonimo imperatore romano per segnare il confine tra la Britannia, occupata, e la Caledonia, che i romani non erano invece riusciti a conquistare.

Restando invece entro i confini scozzesi, nei Borders sono presenti alcune suggestive testimonianze storiche, come la Jedburgh Abbey, del XII secolo, distrutta dagli inglesi, ma con una Abbey Church molto ben conservata, la Melrose Abbey, più a nord, che ha seguito lo stesso destino e dove si dice riposi imbalsamato il cuore di Robert the Bruce e la Dryburgh Abbey, poco lontano, sempre lungo il fiume Tweed. Sempre in zona, passeggiando per i dintorni di Peebles, si può incontrare il suggestivo Neipath Castle. Per gli amanti della natura, un altro punto da non perdere è St. Abb’s Head, sulla costa est, affascinante paesaggio costiero tra faraglioni e colonie di uccelli marini.

Glasgow

Salendo verso la capitale economica della Scozia dalla costa ovest si trova uno dei più suggestivi castelli delle Lowlands, Caerlaverock Castle, dall’originale forma triangolare e circondato da un fossato, una volta di proprietà del clan Maxwell. Appassionati di arte e curiosi, però, non possono rinunciare a una visita al Crawick Multiverse, installazione artistica del paesaggista Charles Jencks, che sul terreno di un’ex miniera ha scolpito opere come spirali e monoliti, riproducendo una visione tangibile dell’universo. Gli amanti della natura possono invece perdersi nei sentieri del Galloway Forest Park o passeggiando sulle coste. Prima di arrivare a Glasgow, un’ultima tappa per ammirare il Culzean Castle, costruito a picco sul Firth of Clyde, e il suo immenso giardino.

Lowlands
Pollok Country Park

Glasgow non è solo la capitale economica e calcistica della Scozia, ma anche forse la “meno scozzese” delle sue città, con una vasta offerta di musei e gallerie d’arte e un’architettura che va dai restaurati magazzini settecenteschi della Merchant City all’architettura art nouveau di Charles Rennie Mackintosh, fino alle avveniristiche forme che contraddistinguono il Science Centre e i cantieri navali rinnovati. Tra un tuffo e l’altro nella “Glesga nightlife”, la vita notturna della città, da visitare sono senz’altro la cattedrale di St. Mungo con annessa necropoli, un cimitero in rovina; l’università, il suggestivo villaggio di New Lanark e il Pollok Country Park, il più grande parco di Glasgow, con un imponente giardino.

Per i calciofili meritano invece una visita il Celtic Park o Ibrox, “case” delle due squadre di calcio, che rispecchiano l’anima irlandese e cattolica (Celtic) o protestante (Rangers) della città, ma soprattutto Hampden Park, stadio della Nazionale, con il suo museo del calcio scozzese.

Verso Edimburgo

Wallace Monument

Attraversando orizzontalmente le Lowlands, sulla via verso Edimburgo sono principalmente due le tappe irrinunciabili: il Loch Lomond, il lago più grande della Gran Bretagna, da esplorare a bordo di un traghetto, magari canticchiando l’omonimo brano tradizionale e Stirling, con il suo castello, arroccato su una rupe. Qui si svolsero due delle più importanti della storia scozzese: nel 1297 le truppe di William Wallace sconfissero infatti gli inglesia Stirling Bridge, mentre nel 1314 a Bannockburn, poco lontano, gli scozzesi guidati da Robert the Bruce riconquistarono l’indipendenza. Non a caso l’altra importante attrazione è l’imponente Wallace Monument, che domina la collina di Abbey Craig.

Due curiosità: per gli sportivi, poco lontano sorge Dunblane, nel cui museo sono presenti anche alcuni cimeli del suo cittadino più famoso, il trionfatore di Wimbledon Andy Murray. Chi, invece, fosse appassionato di ingegneria idraulica non può non visitare la Falkirk Wheel, un ascensore idraulico che trasporta le barche tra il canale Forth and Clyde e l’Union Canal.

Edimburgo

Descrivere le bellezze di Edimburgo in poco spazio sarebbe impossibile e per una panoramica del suo passato rimando alla narrazione che ne ha fatto nel 1982 Sean Connery. Certamente, però, il suo cuore è il Castello, arroccato su un colle e accessibile solo percorrendo il Royal Mile, la principale direttrice della città antica, punteggiata di ristoranti e negozi, che lo unisce a Holyrood, dove si trovano sia l’omonimo palazzo, sede ufficiale della Regina in Scozia, sia il Parlamento Scozzese. Per gli amanti di Harry Potter non può mancare una tappa all’Elephant House, dove sarebbe iniziata la stesura dei romanzi (anche se la Rowling ha poi smentito) e ai negozi a tema, ma i bambini adoreranno anche il Museo nazionale scozzese, gratuito ed estremamente interattivo e divertente (anche per i “bimbi dentro”).

Lowlands
Il castello di Edimburgo

Sempre restando in centro, vale un passaggio Grassmarket, l’ex piazza del mercato con i suoi localini, alla quale si accede dalla suggestiva Victoria Street. E poco lontano si trova la statua in bronzo di Greyfriars Bobby, terrier che nell’Ottocento continuò per 14 anni a vegliare la tomba del padrone nel cimitero del quartiere. Per gli appassionati di whisky, ovviamente, merita una tappa la Scotch Whisky Experience ai piedi del castello di Edimburgo. Dove, proprio nell’Esplanade, ogni anno si svolge il Military Tattoo, il festival delle bande militari da vedere almeno una volta nella vita, purtroppo annullato nel 2021. Pare resistere, invece, il Fringe, festival dell’arte di strada.

Uscendo dal centro, al Leith Terminal, raggiungibile in bus, è possibile visitare il Royal Yacht Britannia, ex panfilo della famiglia reale. E una passeggiata meritano anche Calton Hill, con l’incompiuto National Monument of Scotland, e il piccolo e suggestivo Dean Village. Mentre andando verso sud e addentrandosi nel Midlotian si raggiunge la bellissima Rosslyn Chapel.

Il Fife

St. Andrews, cattedrale, castello e West Sands

Concludiamo questo viaggio nelle Lowlands con una delle regioni che probabilmente amo di più: il Fife. Separato da Edimburgo dal Firth of Forth, la costa è punteggiata da piccoli e suggestivi villaggi di pescatori, veri scrigni di bellezza, dove si può sedere fronte mare mangiando il famoso fish and chips di Ansrtuther (Enster per gli scozzesi) o imbattersi in un minuscolo negozio di ceramiche passeggiando per le stradine di Crail, o ancora visitare il festival d’arte di Pittenweem, che ogni anno attira migliaia di visitatori.

Cuore del Fife è però St. Andrews, in antichità la principale diocesi di Scozia, la cui cattedrale è andata in rovina dopo la Riforma, come il castello poco lontano. Per gli amanti del golf è la sede della “Mecca”, l’Old Course dove questo sport è nato, per quelli del gossip l’università dove si sono conosciuti Kate e William (è la sede universitaria più prestigiosa di Scozia). Per me, un luogo del cuore e una seconda casa, dove sfruttare le – tante – giornate di sole per un bagno sulle East Sands, vicino al porto, o sulle West Sands, a un passo dai campi da golf, teatro dell’iconica corsa in “Momenti di Gloria”.

1-continua…

Avete viaggiato con me? Vi ho incuriosito raccontandovi le distillerie e le bellezze delle Lowlands? Allora appuntamento alla prossima puntata! E se volete saperne di più scrivetemi o ditemelo sulla mia pagina Facebook!

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